Il 12 ottobre 2012 presso l’Università Niccolò Cusano si è tenuto il convegno “Ripensare il Federalismo”. Tema principale del convegno: l’implementazione del federalismo a livello nazionale e sovranazionale. Il confronto e le argomentazioni degli studiosi presenti all’evento sono stati raccolti all’interno del volume “Ripensare il Federalismo” edito da Edicusano. Il testo è a cura di Silvio Berardi e Giangiacomo Vale.

Intervista al prof. Giangiacomo Vale

Le si definisce più uno scrittore per professione o per diletto?

Scrivo per passione e per lavoro, ma il lavoro che faccio è sempre stata una passione. Non sono (ancora) uno scrittore nel senso in cui comunemente si usa questo termine: non ho ancora scritto un romanzo, anche se ci sto lavorando da anni. Per ora ho scritto saggi, articoli e testi che vengono pubblicati su riviste o collane editoriali accademiche e che hanno un taglio teorico e non letterario.

Come nasce l’idea di scrivere “Ripensare il Federalismo”?

L’idea nasce da una riflessione congiunta fatta assieme al Prof. Silvio Berardi, curatore assieme a me del volume in questione. Entrambi eravamo e siamo convinti dell’importanza del modello teorico ed istituzionale del federalismo, e condividiamo l’auspicio che una mentalità ed un progetto politico federale debbano trovare una maggiore diffusione ed applicazione sia sul piano nazionale che sul piano europeo. Entrambi siamo inoltre anche convinti della necessità di ripensare appunto tale modello alla luce del mutato e mutevole contesto storico-politico con cui il nostro paese e l’Europa stessa devono fare i conti.

A quale pubblico si rivolge?

Ripensare il federalismo si rivolge a tutti coloro che vogliono comprendere la teoria federalista, sia nelle sue origini storiche che nei suoi fondamenti filosofico-politici, e comunque al di là dei troppo scontati e superficiali slogan politici di tutti coloro che, esaltandolo o demonizzandolo, non hanno mai veramente capito che cos’è il federalismo. Il libro vuole inoltre anche essere uno strumento di riflessione e di azione nel proporre nuove interpretazioni e nuove categorie concettuali in grado di contribuire ad un ripensamento e rinnovamento di una teoria, quella federalista, che ha ormai quasi due secoli, almeno nella sua versione moderna.

Nella sua pubblicazione le teorie di diversi studiosi si incontrano per riflettere sulla possibile realizzazione di un modello federale da applicare anche nel nostro Paese, oggi secondo lei è possibile raggiungere tale progetto?

Tra tutti gli Stati che compongono l’Europa, e che hanno progressivamente ceduto parte della loro sovranità a quest’ultima, l’Italia è forse quello che storicamente, culturalmente, geograficamente, linguisticamente è più adatto per l’applicazione del modello federale, che, voglio sottolinearlo, implica l’esaltazione e non la soppressione delle differenze. Perciò credo non solo che sia possibile realizzare il federalismo nel nostro Paese, ma che, nonostante le molte resistenze fin qui avutesi, ciò avverrà in modo naturale e progressivo, anche se una sua compiuta realizzazione avverrà in un futuro forse non vicinissimo, e ciò vale anche per l’Europa.